Il mio approccio terapeutico è basato sull'ascolto e sulla sintonizzazione empatica coi tempi di cambiamento e coi bisogni, consci e inconsci, unici di ciascun paziente; è una specie di ballo di coppia, dove uno dei due è più esperto nel guidare l'altro. L'obiettivo di un buona psicoterapia psicoanalitica può andare oltre la risoluzione di un sintomo, offrendosi come opportunità insostituibile per avviare un processo di esplorazione, di scoperta e di crescita emotiva del proprio mondo interno. Proprio perché si fonda sull'assunto di una modificazione intrapsichica profonda, i cambiamenti si rivelano generalmente molto stabili anche dopo la psicoterapia perché il paziente ... ha imparato a ballare, e anche a cadere non facendosi troppo male!
Nella consultazione avviene l’incontro fra due persone che ancora non si conoscono, dove è importante che entrambe si facciano un’idea chiara sulle possibilità di un futuro lavoro insieme all’altro. Da un lato ci sono le sensazioni e le impressioni che l’incontro evoca nel paziente, dall’altro quelle evocate nel professionista.
Da questo insieme di aspetti, necessari da individuare, anche se non sempre facili da tradurre in parole, può costituirsi una prima forma di legame, di certo non sufficiente, ma fondamentale per promuovere lo sviluppo di un senso di reciproca fiducia e responsabilità. per modificare. Da un altro vertice, la consultazione è soprattutto lo spazio per trovare una comprensione e per dare un senso, con l'aiuto dello psicologo, alla sofferenza e ai disturbi legati al proprio disagio psicologico. Dopo un’adeguata valutazione (in genere 3 colloqui), quando indicato, viene consigliata la forma di intervento più appropriata (psicoterapia, colloqui di sostegno, farmacoterapia, invio ad altro professionista ecc.). Nei colloqui di consultazione, può capitare che mi avvalga dell’utilizzo di alcuni test psicodiagnostici al fine di avere un’idea più precisa del percorso più idoneo da proporre alla persona che mi chiede aiuto. |
La psicoterapia ad orientamento psicoanalitico si basa sui presupposti teorici e pratici formulati da Freud più di un secolo fa e sul loro adattamento alle nuove scoperte sul funzionamento della mente avvenute di pari passo con il cambiamento degli individui e della società. Si tratta di un approccio teorico basato sull’assunto fondamentale che la mente umana sia costituita in gran parte da funzioni e contenuti che pre-scindono dalla consapevolezza; tale assunto è stato ampiamente confermato dagli attuali studi in ambito neuroscientifico. Attraverso un confronto sempre più ricco e costruttivo che la psicoanalisi ha intrattenuto con altre discipline scientifiche (psicologia generale, sociale neuroscienze), le ipotesi di Freud, secondo cui le parti inconsce sono tali perché escluse attivamente da una mente vittima di un conflitto, si sono gradualmente ampliate: oggi l’inconscio non viene più considerato esclusivamente come il prodotto di una difesa contro dei contenuti dell’esperienza ritenuti intollerabili, ma come una parte creativa della mente che si sviluppa indipendentemente dalle sue interazioni con la consapevolezza (la così detta conoscenza implicita della mente). |
Dal punto di vista storico, la psicoterapia psicoanalitica è nata dal bisogno di adattare e ampliare gli strumenti di cura impiegati tradizionalmente dalla psicoanalisi (ascolto, contenimento, interpretazioni, ecc.) a contesti terapeutici diversificati e sempre più specifici (ad esempio, nelle istituzioni) che richiedevano variazioni nella tecnica e nel setting (ad esempio, la possibilità di non utilizzare il lettino).
Dalla sua applicabilità in diversi contesti ne è conseguita la possibilità di approfondire, al passo coi tempi, l'evoluzione e la complessificazione dell'intero spettro dei disturbi dei disturbi mentali e relazionali (dei quali abbiamo, oggi, un quadro molto più completo grazie al contributo di colleghi di scienze limitrofe che li studiano): disturbi d’ansia e stress, depressione, disturbi dell’alimentazione, disturbi di personalità, disturbi da abuso di sostanze, psicosi ecc.).
Dalla sua applicabilità in diversi contesti ne è conseguita la possibilità di approfondire, al passo coi tempi, l'evoluzione e la complessificazione dell'intero spettro dei disturbi dei disturbi mentali e relazionali (dei quali abbiamo, oggi, un quadro molto più completo grazie al contributo di colleghi di scienze limitrofe che li studiano): disturbi d’ansia e stress, depressione, disturbi dell’alimentazione, disturbi di personalità, disturbi da abuso di sostanze, psicosi ecc.).